Per una prima e veloce nota critica di presentazione dei Reparto 6

Il passato 16 Gennaio 2007 scrivevo queste note critiche di presentazione per annunciare un concerto dei Reparto 6 dopo una assenza prolungata dalle scene pescaresi.

A breve renderemo disponibili testi biografici, tecnici, poetici e diaristici.

Ripropongo, per ora, questo testo ritenendolo chiaro ed esaustivo, in attesa di esporre altri e più approfonditi interventi, sia miei sia, spero, di altri, perché la band se li meriterebbe…..!

Questo è il testo inviato all’epoca alla mailing list della Villa Raspa Factory Organizzazione:

– In qualità di loro produttore artistico, sono lieto di annunciarvi il ritorno sulla scena live pescarese di una band storica della “Villa Raspa Factory Organizzazione”, i “Reparto 6″.

La band torna in concerto con la sua formazione ormai consolidata da anni e nella sua forma migliore allineando Mario Vari e Paolo Falasca alle chitarre elettriche, Giannicola D’Angelo al basso ed ai cori, Claudio Di Berardino alla batteria e Massimiliano Di Donato al canto ed al sax alto, proponendo sul palco del locale di via Marco Polo 36 un’allucinante set del loro “rock nevrotico contemporaneo”, con un repertorio di canzoni originali, cantate in lingua madre, in gran parte finora inedito, come inedita e rivoluzionata sarà la doverosa esecuzione di alcuni loro brani storici, ormai, alla loro bislacca maniera, dei classici del rock underground deviante. Autocito, perché illuminante e purtroppo (o per fortuna?) ancor valida, una mia pubblica riflessione su di loro risalente a qualche anno fa:

” … Se la forma canzone è in una qualche bizzarra maniera rispettata quello che viene sovvertito è il “comune senso di media comunicabilità” che pervade la quasi totalità della produzione rock attuale… “.

I cinque giovani musicisti pescaresi, sicuramente una delle band più longeve della storia del rock italiano, resistono, esistono e, nonostante tutto, producono ancor di più ed ancor meglio la loro originalissima musica, unica non solo in Italia ma nel mondo, almeno oggi, per quello che i nostri tempi ci propongono, almeno al loro livello di qualità artistica e relativa personalità di band e di ogni singolo elemento. Sono più forti, ora, di una rara consapevolezza del proprio linguaggio e dei propri strumenti, riescono a fondere e sintetizzare con estrema nonchalance ed apparente immediatezza e semplicità i molteplici ed esoterici riferimenti storici e stilistici, dal Blues del Delta più arcano ed archetipo-folk di un Robert Johnson all’incadescente funk ai cristalli bianchi più delirante ed isterico di un James Chance con i suoi “Contorsions”, aprendo, alla comunicazione totale fra di loro e con loro, le porte della propria percezione di coscienza con onirici e tragicomici afflati psichedelici. Parole sciamaniche e curativamente sardoniche nelle canzoni di Mario Vari, quello che fra di loro prevalentemente compone testi e musiche; versi, “pop” veri nella loro umile libertà poetica semplice e surrealista, che trovano nelle ritmiche sghembe ma serrate ed inesorabili e nelle armonie straniate ma pastorali e passionali la chiave per diventare inni della musica dance più travolgente che oggi possiate ascoltare e, infoiati, ballare senza sentirvi dei cerebrolesi, anzi! Elettricità allo stato brado, liberata, de-evoluta a bambina ingenua ed istintiva, selvaggia, arrapante e mortale, “L’impero dei sensi” del post-punk contemporaneo, oggi i “Reparto 6″… Peccato che proposte così significative non trovino qui ed ora la via della possibilità del professionismo, rimanendo relegate ai pochi eletti che conoscono e sanno ed alle rarissime e sminuenti occasioni di espressione dal vivo che poveramente-localmente si autoproducono, ma così è e noi qualcosa ci possiamo ancora e meglio fare ma non più di tanto rispetto alle nostre forze, possibilità, talenti e competenze: ben altra società sarebbe quella che ci permettesse di vivere d’arte e questa non è…. Comunque vi ho avvisati, a voi diffondere la notizia del concerto e soprattutto a non perdervelo.-

Ecco, ad oggi, volendo essere sintetici (nel senso di sintesi discorsiva…. non di ”Vivo nel sintetico”!), l’unica considerazione che mi viene di aggiungere è che, nonostante la perdurante ed aggravatasi precarietà, la band Reparto 6 sta sempre più producendo grande musica nuova e che in un ragionevole lasso di tempo dobbiamo assolutamente organizzarci per impressionarla su un album, per posteri e contemporanei.

A presto su questi schermi e chi vivrà sentirà!

Dalla Villa Raspa Factory Organizzazione,

Peppe Di Santo

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